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Il “Cucummaru di San Donato” fa parte della grande “famiglia” delle meloncelle: meloni che si consumano allo stato immaturo, diffusissimi in tutta la provincia e caratterizzati da grande variabilità per nome, forma, dimensione, colore, epoca di maturazione, etc. Prodotto raro e oggi quasi introvabile, ha tuttavia una lunga storia di coltivazione.
San Donato di Lecce, fino agli anni ’50, era famosa in tutto il circondario per la copiosa produzione di questo prodotto, che giungeva a maturazione verso fine maggio, distinguendosi dunque come una primizia. I sandonatesi ricordano bene come, proprio a maggio, il paese fosse tutto in subbuglio, per il gran commercio che si faceva del Cucummaro e che portava in paese compratori da tutta la provincia e talvolta da più lontano.
Già nella “Corografia di Terra d’Otranto” del 1879, l’Arditi riporta, alla voce San Donato, testuali parole: «la sua specialità, l’industria più simpatica e lucrativa degli agricoltori, sono le granate e i cocomeri». Grazie alle numerosissime fonti bibliografiche che lo descrivono, il Cucummaru di San Donato è stato inserito nel registro dei PAT (Prodotti Agroalimentari Tradizionali) della Regione Puglia, approvato dal Ministero.
Oggi sopravvive grazie a pochi agricoltori-custodi, che ne hanno recuperato la semenza da anziani contadini.
"A tiempu de miluni nu prestare lu curtieddu" - Quanto è tempo di meloni, non prestare il coltello
Francesca Casaluci © All rights reserved Salento Km0 2017
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