Associazione Ciàula e la rinascita di Neviano

Chi dice che i giovani oggi sono perlopiù disinteressati e distratti rispetto a ciò che succede nel mondo, sicuramente non conosce questi ragazzi e ragazze che, nel 2015, hanno dato vita all'Associazione Ciàula.

Partiamo dal contesto territoriale: siamo a Neviano, un piccolo paese della provincia di Lecce che, un tempo, eccelleva per la fertile economia vitivinicola, insieme ad alcuni comuni del circondario. Situato sulle lievi alture della Serra salentina, fino a non molti anni fa, Neviano era ricco di vigneti e di cantine dove si produceva buon vino in abbondanza.

In seguito a circostanze storiche e politiche, intorno agli anni '50-'60, l'economia agricola in generale e quella vitivinicola in particolare, andarono via via perdendo la loro importanta e incisività. In particolare, le sovvenzioni per divellere i vigneti e cedere le quote di produzione di vino (quote che, ricordiamo, furono considerevolmente trasferite dal sud al nord Italia), ebbero ricadute catastrofiche, tanto che moltissimi agricoltori scelsero di eliminare per sempre la vigna dai loro campi. La storica identità legata a questa economia, è oggi patrimonio di pochi lungimiranti agricoltori e degli anziani, ultimi depositari di preziosi saperi.

L'eccellenza e la qualità di un paese, ad un certo punto decadono e si trasformano in una sorta di maledizione: questa parabola, questa specie di perverso copione storico, sembra spesso ripetersi in quei piccoli paesi dell'Italia meridionale e interna che oggi subiscono più che mai dinamiche avverse: disoccupazione, emigrazione, abbandono del territorio, devastazione ambientale.

Ma talvolta giunge una nemesi, impersonata a volte da giovani ragazzi come quelli di Ciàula, che sognano di rievocare il genius loci e reintrodurre la produzione vitivinicola di qualità, nel rispetto e nella rigenerazione dell'ambiente e del paesaggio circostante. Questo sogno, nel tempo, si è fatto sempre più concreto, tanto che oggi Ciàula è un punto di riferimento per la coltura della vite con tecniche non solo naturali, ma rigenerative, acquisite anche grazie alla collaborazione con realtà come Cantina Supersanum, pioniera in questo campo.

Di sè l'associazione dice « Girovagando per le campagne del feudo di Neviano, abbiamo notato dei vecchi vigneti che, nonostante lo stato di abbandono, avevano prodotto uve di diverse varietà (Negroamaro, Malvasia, ecc); abbiamo deciso così di raccoglierle e vinificarle. Nel Settembre 2015, nasce il primo vino di Ciàula, lo Scersu Furtivo. Questa esperienza ci ha permesso di capire che la vera rivoluzione è questa: terreni incolti producono uve di alta qualità. Abbiamo preso in affitto, per 5 anni, un vigneto secolare di circa 17 are di Negroamaro e Malvasia bianca, coltivato ad alberello pugliese strappandolo dallo stato di abbandono e coltivandolo seguendo il metodo dell’agricoltura naturale. In questo percorso abbiamo ricevuto il sostegno di Cantina Supersanum, una giovane cantina che da tre anni produce e vinifica in tutela e rispetto dell’ambiente, distaccandosi dalla chimica e dall’agricoltura convenzionale. Nel Settembre 2016, vinificando sempre uve di Negroamaro (90%) e Malvasia bianca (10%) abbiamo dato origine al vino Santu Nicola, che trova la sua seconda edizione nel 2017 e per la prima volta in versione rosato. Organizzando corsi, convegni ed esperienze pratiche, come la Vendemmia Notturna Partecipata 2017, siamo riusciti ad avvicinare giovani e vecchi contadini all’esperienza di ridare vita e dignità ad una terra che nonostante l’incuria è sempre stata produttiva » .

Ciàula, che è tra i firmatari del Manifesto per l'Agricoltura Naturale nel Salento, è impegnata anche nel recupero della biodiversità, tramite la ricerca e la valorizzazione di ecotipi locali. Inoltre unisce la rigenerazione agricola alla rigenerazione urbana, impegnandosi nella ristrutturazione di un vecchio frantoio, che diventerà la sede dell'associazione, ma anche organizzando eventi e manifestazioni per informare e sensibilizzare la comunità locale.

Ciàula brilla nel contesto territoriale perchè è una realtà giovane, nutrita e ricca di energia. L'associazione richiede il sostegno e la collaborazione da parte di tutti. Il lavoro di questi ragazzi e ragazze è un patrimonio di speranza e una ricchezza per tutto il Salento.