Cicoria otrantina

Quando la Cicoria otrantina comincia ad apparire sulle bancarelle dei fruttivendoli o agli angoli delle strade, dove è ancora facile trovare tanti venditori ambulanti che nelle ore più fresche espongono la loro merce, allora è segno che è arrivata l'estate. Le varietà invernali di Cicoria, come la Puntarella di Galatina o la Cicoria bianca di Tricase, sono oramai giunte a fioritura e non più adatte ad essere consumate. Se ne riparlerà in autunno. Adesso è tempo degli steli dolci-amari della Cicoria Otrantina.

La Cicoria Otrantina è una varietà selezionata in aree con disponibilità idriche e falda freatica superficiale, come la Valle dell'Idro di Otranto. Qui infatti si trovano molte sorgenti a profondità modestissime e ampie zone acquitrinose, dove i contadini del luogo coltivano piccoli fazzoletti di terra.

La Cicoria di Otranto si semina a gennaio-febbraio e viene raccolta da maggio in poi per tutta l'estate. Anche questa pianta emette dei germogli conosciuti come “scattuni” che vengono raccolti di volta in volta e consumati crudi ma anche lessati e conditi con olio e sale. Albino Mannarini descrive questa cultivar già nel 1914 nel suo “Orticoltura Salentina”.

Il nome della Cicoria deriva dal termine egiziano kichorion, da kio (io vado), e chorion (campo). Pilastro dell'alimentazione contadina, anche la cicoria selvatica rientra tra le specie che vengono abbondantemente consumate in Salento. Persino oggi, che il patrimonio di conoscenze sulle piante spontanee eduli e curative si è notevolmente impoverito, le “cicore reste” restano conosciute ed apprezzate.  

"Ci è cadutu a bascia fortuna, sta maru comu cicora mascialura" - Chi è caduto in malasorte, ha l’animo amaro come una cicoria di marzo

Francesca Casaluci © All rights reserved Salento Km0 2017