Albicocca di Galatone

Il dolce profumo della biodiversità in un frutto riscoperto

L'Albicocca di Galatone è un frutto dimenticato che ha rischiato di andare perduto per sempre, se non fosse stato per pochi ostinati agricoltori che lo hanno custodito fino alla sua "riscoperta". Il nome botanico dell'albero di albicocche è Prunus armeniaca, poiché i Romani lo credevano erroneamente originario dell'Armenia. L'albicocco arriva invece dalla Cina, dove cresce spontaneo da ben 4.000 anni e l'ideogramma che lo indica è simile ad un piccolo alberello in vaso. Giunse a Roma all'incirca nel I secolo d.C. ed era chiamato anche praecoquum o malum praecox, che indicava forse una varietà precoce.

E una varietà precoce è proprio l'Albicocca di Galatone, che giunge a maturazione verso maggio-giugno. Questa sua particolarità la rende ricercatissima. Questa albicocca ha una colorazione unica: gialla con sfumature rosa e screziature rosse e sapore dolce e succoso. Un elemento che caratterizza questa cultivar è il profumo inebriante, molto più intenso rispetto a varietà più comuni. Gli alberi di Albicocca di Galatone sono molto longevi e possono produrre fino all'età di cinquanta anni, senza necessitare di particolari trattamenti antiparassitari, ma soltanto se innestati su adeguati portainnesto.

Nelle campagne di Galatone esistono esemplari albicocco di età quasi secolare, che testimoniano la forte resistenza di questa varietà e la sua tradizionale coltivazione. Nella cappella di un'antica Masseria, è possibile persino ammirare alcune raffigurazioni di sante che tengono tra le mani i preziosi frutti: ci piace pensare che siano proprio queste ricercatissime albicocche, così diffuse nel circondario di Galatone.

"Argulu curtu fa bon fruttu" - Albero piccolo fa frutti buoni

Francesca Casaluci © All rights reserved Salento Km0 2017