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«La vitalità del cibo dipende dalla qualità del terreno», sembra una riflessione ovvia, ma non lo è dopo oltre mezzo secolo in cui abbiamo impoverito e sfruttato la terra fino a far ammalare lei, le piante e noi che la calpestiamo. Da questa semplice ma non scontata constatazione parte il lavoro di Barbara, lombarda "emigrata al contrario" da Como nel Salento, che dal 2016 sperimenta sulla terra rossa d’Arneo una serie di pratiche agricole virtuose che provengono dall’agricoltura organica rigenerativa e dalla biodinamica: macerati per i trattamenti (ortica, aglio, etc.), lavorazione del terreno senza il suo ribaltamento, sovesci e rotazioni quadriennali, concimazioni organiche con letame, osservazioni delle fasi lunari, sperimentazione di semi.
Barbara è originaria di Como, ha vissuto e lavorato all’estero, e dopo tre anni a Milano ha sentito l’esigenza primaria di avvicinarsi alla natura e ritrovare frutta e verdura buone veramente, cibo vero al di là dei circuiti non sempre chiari della grande distribuzione, biologico compreso. Dopo l’acquisto di 12 ettari di terreno nel territorio dell’Arneo, tra Nardò, Veglie e Porto Cesareo, ha fondato nel 2016 l’azienda agricola La Sallentina (con marchio LaS), tributo alla vicina omonima strada messapica, i cui reperti arrivano a poche centinaia di metri dai suoi terreni. «È un tributo alla storia e alla preistoria del Salento, che identifica il nostro percorso non con un prodotto singolo, ma con l’idea di viaggio, di strada che congiunge il Nord al Sud, come lo è per la mia storia personale».
Un prodotto simbolo dell’azienda di Barbara però c’è, ed è la passata di pomodoro artigianale che proviene dalla coltivazione di diverse varietà di pomodori a bacca piccola e affonda le radici nelle tradizioni del territorio che l’ha adottata. Barbara, insieme al marito Giuseppe che è originario del Nord Salento e la affianca in questo viaggio, non vengono direttamente dal mondo contadino, ma hanno avuto - e hanno ancora - l’aiuto di parenti e amici intorno a loro, con cui si confrontano per tenere in vita l’esperienza che proviene dalla civiltà contadina. Queste pratiche, adesso, hanno bisogno di ritrovare la via dell’agricoltura naturale e abbandonare il lungo periodo di impoverimento agrochimico della terra.
«Siamo partiti con un uliveto di 300 alberi, abbiamo impiantato un frutteto misto di un centinaio di piante ed iniziato a muovere i primi passi coltivando 1000 piante di pomodoro per produrre la nostra passata. Ad oggi, abbiamo più che decuplicato la coltivazione di pomodoro, inserito nuove colture (peperoncino e grano duro selezionato) per ottenere un paniere di cinque trasformati. Stiamo facendo crescere anno dopo anno l’orto coltivando prevalentemente frutta e ortaggi della tradizione locale, come angurie e meloni, cime di rapa, peperoni e melanzane, oltre ai legumi».
L’obiettivo aziendale è quello di garantire una produzione costante durante l’arco dell’anno, dare valore ai prodotti della terra sani e genuini, oltre a renderli accessibili a quanti più consumatori possibile. L’azienda è difatti improntata sulla vendita diretta, sia per l’opportunità di stabilire arricchenti rapporti interpersonali tra produttore e consumatore, basati su fiducia e trasparenza, sia per quella di contenere il costo finale del prodotto, evitando intermediari. In questo momento i trasformati si possono acquistare online ed essere spediti in tutta Italia. Per il nord Italia vi è anche un canale di distribuzione diretta grazie ai familiari di Barbara.
Un auspicio è quello di riuscire a stringere delle collaborazioni con altre realtà produttive del territorio al fine di condividere buone pratiche e magari anche attrezzature utili per la lavorazione dei terreni.
Infine, c’è il grande desiderio di creare una struttura fisica sul campo che possa ospitare visitatori e avviare momenti di confronto e di scambio, di educazione alla terra e all’ambiente, sia per l’agricoltura, sia per il bellissimo territorio circostante che si trova tra l’altro a due passi dal mare Jonio.
Contribuiamo alla conoscenza del patrimonio ambientale e culturale del territorio.
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